sabato 12 novembre 2011

Adria, 29-10-2011.






Si è svolta ad Adria (Ro), il 29 ottobre scorso, la manifestazione contro la conversione a carbone della centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle. Non c'è stata una gran partecipazione popolare, sicuramente molto al di sotto delle attese degli organizzatori. In compenso, c'erano un gran numero di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, pronti a sventare la minaccia dei pericolosi black block no coke, scesi nel polesine per mettere a ferro e a fuoco la tranquilla Adria. I negozi del centro erano in gran parte chiusi: evidentemente i media locali avevano fatto un bel po' di terrorismo psicolgico, sull'onda di quanto accaduto a Roma quindici giorni prima.
A guidare la protesta, vari comitati locali a difesa del meraviglioso territorio deltizio, a cui si sono aggiunte numerose associazioni e partiti politici. Era presente anche lo sconosciuto presidente della Federazione dei Verdi, Angelo Bonelli, a cui una manifestante ha gridato "Sei una merda!". Non deve essergli parso vero di essere riconosciuto da qualcuno....

La centrale Enel di Porto Tolle si trova nel Parco del Delta del Po, zona dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Da sempre al centro di polemiche per le emissioni inquinanti, la centrale è oggetto di un progetto di riconversione ad alimentazione a carbone, contestato dagli ambientalisti, che lo ritengono una fonte energetica ad alto impatto inquinante per un ecosistema delicato come quello del Delta e per la salute pubblica. Il 29 luglio 2009 il Ministero dell'Ambiente aveva dato parere positivo alla compatibilità ambientale del progetto di riconversione. Nel maggio di quest'anno, invece, il Consiglio di Stato ha depositato una sentenza che annulla il decreto di valutazione di impatto ambientale del Ministero, in quanto non preceduto dall'obbligatoria comparazione tra le possibili alternative. In particolare, le associazioni ricorrenti (Wwf, Greenpeace, Italia Nostra e altre), ritengono che la trasformazione a gas dell'impianto di Porto Tolle sia una strada praticabile e meno inquinante.

Il fatto è che il progetto di riconversione prevede un investimento da parte di Enel di 2 miliardi e mezzo di euro, con una forte ricaduta occupazionale per un territorio "depresso" come il polesine, dove di lavoro ce n'è sempre stato poco, ancor meno oggi in tempo di crisi. Per questo, dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, i sindacati sono scesi in piazza per protestare.

E' il solito ricatto. Si tratta di bilanciare due interessi da sempre contrapposti: quello della produzione e del profitto, che promette di creare benessere materiale sotto forma di posti di lavoro, a patto di chiudere un occhio su come questo benessere lo si crea; e quello alla salute pubblica e alla tutela del patrimonio ambientale. La storia dello Sviluppo, almeno così come lo abbiamo conosciuto in Italia, ci insegna che è sempre stato il primo a prevalere.

Per carità, le aspettative degli abitanti di Adria, di Porto Tolle e del Polesine ad un posto di lavoro e a migliorare le proprie condizioni materiali e i propri progetti di vita, sono legittime. Quello che mi chiedo, però, è per quanto tempo ancora potremo continuare a violentare l'Ambiente, prima di ridurlo ad un deserto apocalittico stile Mad Max. Quanto tempo deve passare e quanti altri "disastri naturali", come quelli che si susseguono con sempre maggiore frequenza, prima che ci decidiamo a modificare i nostri stili di vita e a ridurre i nostri consumi. Se facessimo un uso meno smodato di energia elettrica, probabilmente non ci sarebbe bisogno di mega centrali come quella di Porto Tolle e il dibattito carbone si- carbone no manco si porrebbe.
Sarà ingenuo, ma come mi ha detto un amico, durante una delle nostre frequenti escursioni nel Delta del Po, discutendo del problema della centrale, "Forse se accettassimo di essere un po' più poveri, saremmo anche più in pace con noi stessi".

1 commento:

  1. Caro Frabe, se avessi saputo dei negozi chiusi, non ti avrei nemmeno accompagnato! Sul fatto di dover consumare tutti di meno, lo sai che sfondi una porta aperta, e già scrissi qualcosa da qualche parte in merito a questo.
    Magari ti farà voglia leggerlo, te lo giro in mail.
    Complimenti, per il resto.

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