domenica 15 luglio 2012

Mondo Piccolo?



A volte capita, attraversando la campagna del lombardo-veneto, oppure quella emiliana di comuni ad amministrazione leghista, di imbattersi in cartelli stradali coi nomi dei paesi in doppia lingua: italiano e dialetto. 
Non ci vuole molto a capire il motivo di questa singolare doppia dizione: le amministrazioni locali credono, in questo modo, di riaffermare la tradizione, messa in discussione, oggi, dalla presenza, nelle piazze di questi piccoli borghi, di un po' di barbe lunghe, di pelli olivastre e di relativa prole. Quasi che quel dialetto stampato sui cartelli stradali servisse da scudo per impedire una contaminazione irreversibile con queste genti diverse. 
Naturalmente, si tratta solo di un'operazione ideologica di facile presa sui gonzi. Non basta un cartello stradale per recuperare una tradizione che non potrà mai tornare, come non basta per riaffermare un'origine che non esiste più. Quell'Italia del Mondo Piccolo, tanto ben descritta da Giovannino Guareschi, è morta. E non per colpa degli immigrati, che, per lo più, sono trattati da "invisibili", che van bene di giorno quando c'è da lavorare nelle fabbriche o nei campi, ma che devono nascondersi la sera ed esercitare i loro diritti di culto e di riunione (che sarebbero costituzionalmente garantiti) lontano dagli occhi degli autoctoni.
Purtroppo, non c'è cartello che tenga quando si è persa l'anima.

http://www.lavoce.info/articoli/-immigrazione/pagina1003201.html

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